MERLINI

 

PAOLO MERLINI
(1942), professore associato di Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia, è membro del comitato scientifico dell’Università di Rovigo, responsabile dei rapporti internazionali con le Scuole superiori di architettura di Pamplona, Valencia e Barcellona, responsabile e relatore dei progetti di fine carriera degli studenti provenienti dalle scuole di architettura di Madrid, Valencia, Barcellona e Siviglia. Tiene lezioni e conferenze presso università straniere e centri di cultura italiani ed esteri. Ha partecipato a convegni nazionali e internazionali sui temi del progetto architettonico, del disegno urbano, della pianificazione, dell’ambiente, dei centri storici. Si occupa di ricerche sui temi della residenza e del recupero delle periferie urbane, come responsabile di seminari di progettazione e tesi di laurea. Partecipa a concorsi con significativi riconoscimenti. Ha pubblicato contributi e volumi sui temi dell’analisi urbana e dell’architettura dei luoghi collettivi della città, su Venezia, Berlino e Pamplona tra i quali: Teoria e progetto per un nuovo sistema costruttivo in pannelli di legno, Ipertesto edizioni, Verona 2008; Progetto di fattibilità degli interventi previsti dal PIAU nelle aree della Marittima e del Polo Universitario di Santa Marta, ricerca Iuav 2008; Workshop 2006, Marsilio, Venezia 2007; Workshop 2005, Il poligrafo, Padova 2006; Chioggia: rinnovare la periferia, Il poligrafo, Padova 2004; Pamplona: progettare il margine, Il Poligrafo, Padova 2004; Ricomporre i segni in Paesaggi contemporanei, Edicomedizioni, Monfalcone 2000; Esercizi iniziali, Collana Satura-Iuav, Venezia 1998; Scale e Linguaggi, 4 progetti di ricerca per Berlino-Spandau, Ed. Ca’ Foscarina, Venezia 1998; Progetto Berlino Wasserstadt, in «Intersezioni» n. 2, Il Cardo 1995; Luogo e trasformazione, Il Campiello,Venezia 1995; Progetti di luoghi, Cluva, Venezia 1994.
Ha impostato il suo lavoro tecnico, didattico e progettuale sui problemi del progetto urbano e architettonico con pubblicazioni sulla lettura del luogo in rapporto alle questioni progettuali.




Video di Gregorio Carletti, Nicolò Temporin, Eleonora Porcellato
Illustrazione di Marina Mangiat

“CINQUANTA E NON LI DEVE DIMOSTRARE”
Venezia, Iuav

PAOLO MERLINI
Tutor: Alessandro Basso, Giovanna Salgarello
Collaboratori: Valentina Angelone, Alexandra Castro, Paolo Demo, Mario Fernandez Forcada, Giuliano Ferrarese, Stefano Gasparini, Filippo Maragotto, Nicola Natali, Giovanni Nicola Roca, Giacomo Tomasini, Piero Siega, Lia Tamanini.

“Cinquanta e non li deve dimostrare” non è un indovinello ma un tema di riflessione sul percorso che lo IUAV, prima istituto poi facoltà ora università, ha compiuto al fine di trovare elementi permanenti che hanno caratterizzato questo lungo periodo sul quale poggiare la costruzione di un futuro che si presenta nebuloso e culturalmente debole.
Non nascondo una nota autobiografica ricordando a me stesso che nel 1962 studente del primo anno ebbi l’onore di ascoltare le prime lezioni nella sede dei Tolentini magistralmente restaurata dal prof. Daniele Calabi e penso che questo ricordo sia ancora presente nei professori Donatella Calabi, Pasquale Lovero e Roberto Sordina che, da allora ancora fanno parte della nostra comunità scientifica.

Questo workshop, forse anomalo rispetto la tradizione, affronta il tema del ruolo dei maestri in una comunità scientifica attraverso l’esame del loro operare nella realtà riguardo ai proclami culturali.
Non è un percorso di nostalgia ma di riflessione per comprendere valori e metodi che il futuro di questa comunità scientifica dovrà definire per non ridurre l’università in una efficiente burocratica macchina organizzativa che però non riesce a trasmettere, ai giovani studenti, contenuti disciplinari e modi di essere nella società.
Ragionare sui progetti pensati da alcuni dei grandi maestri che hanno segnato la storia del luogo simbolo, la sede dei Tolentini, diventa esercizio di formazione, di crescita e di stimolo creativo ricordando che per non dimostrare l’età l’innovazione si deve basare sulla cultura della tradizione che per lo IUAV assume una specificità che ci è riconosciuta a chi ci guarda da fuori ma che a volte è caduta nell’oblio nelle nostre menti.
Questa scelta di tenere questo workshop, che chiude anche la mia permanenza in questa istituzione che molto mi ha dato, prendendo in considerazione progetti di docenti dello IUAV si relaziona anche con quanto definito dalla dirigenza della Facoltà di Architettura di prendere in considerazione aree di intervento che abbiano attenzione a Venezia e al suo ambiente insulare e di bordo lagunare.
In questo senso, i progetti che saranno oggetto di riflessione da parte degli studenti riguarderanno temi che hanno visto i nostri maestri confrontarsi con questo luogo complesso come quello veneziano.
L’appartenenza della nostra università o facoltà o istituto a Venezia, non è stata solo logistica ma strettamente legata alla sua specificità e l’aver sviluppato con grande impegno la ricerca sui temi del luogo e del rapporto con questo penso nasca proprio dagli impulsi che questa magica città trasmette e mette alla prova chiunque si sia misurato con essa.
Tutti ricordiamo gli studi di Saverio Muratori e mi domando che IUAV sarebbe stato senza di questi.
Allora un filo lega la presenza e l’azione dei vari personaggi che hanno formato tutti quelli che in questi lunghi anni sono passati in questa comunità: l’attenzione dei nostri gesti rispetto ai luoghi. Tutto il resto, sviluppato sapientemente dalle varie discipline, ha concorso a questo illuminato disegno.
Siamo in grado oggi di innovare con la seria conoscenza delle nostre tradizioni?

Non lo deve dimostrare auspica una risposta positiva che può nascere dal far ragionare anche gli studenti facendolo diventare soggetti attivi di un percorso che condiviso ci inorgoglisce come, senza retorica è accaduto a molti di noi in quel periodo nel quale nell’edificio dei Tolentini vedevamo il simbolo di un mondo migliore.
Fuori dei ricordi il presente workshop prenderà in considerazione i progetti dei seguenti maestri:

Carlo Aymonino:
Progetto per Cannaregio ovest.
Progetto per la ristrutturazione del Campo di Marte Giudecca.
Interventi nel bacino di San Marco. Progetti per il concorso per la 3° Mostra internazionale di Architettura. Biennale di Venezia.

Giancarlo De Carlo:
Residenze a Mazzorbo.

Ignazio Gardella:
Casa alle Zattere.

Vittorio Gregotti:
Quartiere per abitazioni a Cannaregio.
Cantieri per l’Azienda Comunale Trasporti Venezia alla Giudecca.
Riorganizzazione dell’area portuale di Venezia.

Gianugo Polesello:
Progetto per Cannaregio ovest.
Progetto per Venezia ovest, seminario di progettazione Iuav.
Progetto di concorso a inviti per il padiglione Italia alla Biennale di Venezia.

Aldo Rossi:
Teatro del mondo.
Progetto per Cannaregio ovest.
Progetto per la ristrutturazione del Campo di Marte | Giudecca.

Giuseppe Samonà:
La sistemazione della nuova Sacca del Tronchetto a Venezia.
La sede INAIL di San Simeone.
Quartiere INA-CASA, S. Giuliano Mestre.

Carlo Scarpa:
Fondazione Querini Stampalia sistemazione del piano terra e del giardino.
Negozio Olivetti.

Gino Valle:
Complesso di abitazioni popolari alla Giudecca (quartiere IACP).

Come prima accennato, questa mia ultima esperienza la voglio condividere con quanti in questi anni hanno collaborato in modo per me indispensabile ai vari corsi o laboratori.
Il loro compito è di definire un quadro generale dei vari maestri presi in considerazione per fornire agli studenti visioni per meglio comprendere i singoli progetti presi in considerazione.

La storia di questi anni è ritmata da fasi che meritano di essere evocate e per questo si terranno delle comunicazioni da parte di altri docenti che arricchiranno il quadro complessivo.

Gli studenti sono chiamati a comprendere e riflettere su questi scenari e, per ogni progetto preso in considerazione, rappresentarlo in modo tematico rispetto la questione generale del rapporto con il luogo, la coerenza con il percorso scientifico/disciplinare dell’autore e rispetto alcuni temi comuni ai vari progetti.

Si proverà a rappresentare una Venezia possibile: una mostra per cogliere le nostre radici proiettati nel presente da innovare per tornare ad essere osservati con attenzione dall’esterno.
Il luogo immaginario della mostra non può che essere il chiostro dei Tolentini del quale, l’allestimento, dovrà dare un suggerimento per tornare ad essere il salotto che fu: del sapere, della contestazione, dell’appartenenza alla città.

Sul sito dell’università saranno inserite, a breve, eventuali modifiche rispetto l’elenco dei progetti e le schede informative sui maestri e le loro opere in modo che gli studenti, che desiderano partecipare a questa esperienza, acquisiscano un minimo di informazioni.

Schede dei Maestri:

CARLO AYMONINO


GIANCARLO DE CARLO


 

IGNAZIO GARDELLA

 


VITTORIO GREGOTTI

 


GIANUGO POLESELLO

 


ALDO ROSSI

 


GIUSEPPE SAMONA


 

CARLO SCARPA

 


GINO VALLE

 

 

 

 

LOCANDINA DELLE CONFERENZE DAL 6 AL 13 LUGLIO

 

9 risposte a "MERLINI"

  1. Buon giorno professore, sono Elena, volevo sapere se ogni studente dovrà rappresentare tutti i progetti o se ognuno avrà da analizzare solo un gruppo di opere. Inoltre le tecniche di rappresentazione quali saranno?

  2. Buongiorno, volevo sapere come si stabilisce il progetto da discutere per ogni gruppo? Cioe’ c’e qualche limite di numero del gruppo per ogni progetto?

    • il lavoro è di gruppo com massimo tre studenti e il progetto è individuato dagli studenti concordandolo col la docenza
      paolo merlini

      • Grazie alla Sua risposta, professore.
        Quindi possiamo decidere l’argomento avendo d’accordo coi professori. Spero che non sono sbagliato. (mi dispiace di ripeterlo noiosamente perche’ sono studentessa straniera e preoccupo sempre se capito giustamente…)
        Allora leggo e consulto bene le schede dei maestri che Lei ci ha dato, e cerco il progetto come l’argomento da approfondire.

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